mercoledì 24 febbraio 2010

Kanji

Mi sono accorta che ultimamente non ho dato molto spazio alle sezioni "Ere Giapponesi", "Scrivere in Giapponese" e "Feste Giapponesi" (oltre a quella sulla J-Music, che presto riempirò XD). Quindi ho deciso che, prima di continuare con Anime e Manga (che ho notato sono già un bel po'! Bene bene, anche se voglio metterne a valanghe U_U) penserò a fare almeno un intervento per queste categorie...ovviamente se mi verrà qualce altra ispirazione farò ciò che mi segue il cuore XD
Tutto questo ambaradan insomma, per introdurre il nuovo argomento, che tra l'altro mi ha sempre affascinata.



Kanji

I kanji derivano dalla scrittura cinese, che una volta introdotta in Giappone apportò mutamenti sostanziali alla lingua giapponese. In generale i caratteri si usano per rappresentare le parti morfologicamente invariabili delle espressioni giapponesi. Un kanji può quindi rappresentare la radice dei verbi, degli aggettivi o, integralmente, una buona parte dei sostantivi della lingua giapponese.
La lettura detta on (on'yomi) di un kanji deriva a livello fonetico dalla sua pronuncia cinese. La kun'yomi è invece la pronuncia genuinamente giapponese della parola (o parte della parola) stessa.
I kanji possono avere più letture on in quanto gli stessi vocaboli furono importati dalla Cina in epoche diverse, in cui dunque la pronuncia era mutata.

Secondo le stime più recenti, il numero totale di kanji esistenti dovrebbe essere compreso all'incirca tra i 45000 e i 50000, ma di questi solo i 1945 jōyō kanji (kanji di uso comune) e i 293 jinmeiyō kanji per i nomi propri, possono essere utilizzati per la stampa. Nel caso si utilizzi un kanji tradizionale (kyūjitai) non presente fra questi 2238 si è soliti suggerirne la pronuncia con dei piccoli hiragana (sistema di scrittura sillabico usato per favorire la corretta lettura della lungua giapponese), chiamati furigana.

Il fatto che esista un numero preciso di kanji utilizzabili per la stampa dimostra l'intenzione, in passato, di cancellare gradualmente l'uso degli stessi, sostituendoli con i kana (alfabeti sillabici). Dopo la Seconda guerra mondiale, infatti, si tentò di occidentalizzare il Giappone anche sotto questo aspetto: la lista dei kanji per la stampa partiva originariamente da soli 1850 caratteri, i tōyō kanji approvati nel 1946. L'uso degli ideogrammi, però, resistette, probabilmente per via delle peculiarità stesse della lingua giapponese, tra le quali la ricchezza di omofoni. L'uso dei soli kana, in effetti, renderebbe la comprensione dello scritto molto più ostica rispetto a quanto lo sia con il sistema attualmente in uso (e già così, diciamolo, è un bel casino! ._.)

Ecco alcuni dei Kanji più famosi:

sabato 13 febbraio 2010

I Giorni della Settimana e i Mesi dell'Anno

Nuovo aggiornamento sul Giapponese: oggi, scopriremo come si scrivono i Giorni della Settimana e i Mesi dell'Anno.
Avviso: Ho in mente un nuovo argomento di cui parlare nel blog  Al prossimo aggiornamento, massimo quello dopo ancora, scoprirete di che si tratta!  Nel frattempo, si accettano scommesse xD

In Italiano, i giorni della settimana sono tutti "dedicati" ad uno specifico pianeta: la stessa cosa vale per il Giapponese.
Come potete notare dalla tabella, i giorni della settimana in Kanji sono composti da un simbolo che varia sempre a seconda del giorno, seguito da due simboli sempre uguali.
Il primo simbolo rappresenta il nome del Pianeta, il secondo il suffisso Youbi.

Ogni pianeta è scritto con due Kanji: il primo rappresenta l'elemento principale del pianeta, il secondo significa Stella.
Per creare il giorno della settimana, si usa il primo Kanji del Pianeta + il suffisso Youbi.
Curiosità: Proprio come noi italiani nei calendari abbreviamo i nomi scrivendo "Lun - Mar - Mer" ecc, anche nei calendari Giapponesi si trova una situazione simile. Se quindi comprate un calendario in Giapponese (magari...se poi me ne comprate uno anche a me non mi offendo), potrete notare che per indicare i giorni è usato solo il primo Kanji del pianeta, senza il suffisso Youbi. 

Passiamo ora ai Mesi dell'Anno.
Il procedimento è esattamente uguale a quello dei giorni, solo che al posto del pianeta ci sarà il numero del mese (nella tabella quì sopra potete vedere i mesi in Kanji, in numeri arabi e la loro pronuncia in Giapponese) più il suffisso Gatsu.
I mesi si possono scrivere sia mettendo prima del suffisso Gatsu il numero arabo, sia mettendo prima del suffisso Gatsu il Kanji del numero: è indifferente, la pronuncia sarà sempre la stessa.

giovedì 11 febbraio 2010

Introduzione al Giapponese

E per inaugurare il nuovo "tema" del blog, il Giapponese, ecco quì una breve introduzione a questa lingua.


Nella lingua Giapponese esistono tre diverse categorie di parole, quelle originarie del Giappone che costituiscono la categoria più grande, seguite dalle parole che sono state importate dalla lingua Cinese in tempi remoti e infine la categoria più piccola di parole prese in tempi recenti dalle lingue occidentali, come l'Inglese.
Anche gli alfabeti sono tre, ritroviamo il hiragana
, katakana
e kanji.
I primi due alfabeti sono fonetici, cioè ad ogni simbolo corrisponde un suono, e sono molto simili fra loro: il terzo invece è simbolico, cioè ad ogni simbolo corrispondono uno o più significati. I kanji hanno una loro precisa maniera di essere scritti. Sono composti da più tratti e c'e' un ordine preciso fra questi e anche quello che a prima vista può sembrare superfluo ( come per esempio alcune linee più simili a  "sbavature" ) e' invece significativo.
I Giapponesi scrivono in orizzontale o in verticale: quando scrivono in orizzontale vanno da sinistra a destra e dall'alto al basso, mentre quando scrivono in verticale vanno dall'alto al basso e da destra a sinistra. Di sistemi di translitterazione (trascrivere le parole dall'alfabeto Giapponese a quello Latino, il nostro), che i Giapponesi chiamano roomaji, ve ne sono infiniti: il più famoso e il piu' utilizzato e' il sistema Hepburn. Una difficoltà nel sistema di traslitterazione e' l'uso degli spazi; in giapponese non ci sono spazi, tutto viene scritto appiccicato, perchè i kanji permettono di identificare le parole.
Differenze generali con l'Italiano:
1) Nella lingua Giapponese non esistono:
- la forma plurale  (è indifferente, la parola è la stessa per entrambe le forme, si deve capire se si parla al singolare o al plurale dal contesto)
- gli articoli (il voler indicare un libro o il libro lo si comprende sempre dal contesto)
- le forme possessive o i pronomi ( e' sufficente porre la particella "no" dopo il nome seguito dall'oggetto; per esempio "il mio libro" diventa "watashi no hon" -)
- la coniugazione dei verbi a seconda delle persone
- una forma per indicare il futuro (e' sufficente accompagnare la frase con dei "complementi di tempo", ad esempio domani)
2) I verbi si inseriscono sempre alla fine di una frase, proposizione o espressione.
3) La forma interrogativa si forma semplicemente aggiungendo la particella "ka" alla fine della frase
4) Se il soggetto di una frase è stato compreso, allora non occorre più ripeterlo
( a differenza dell' Inglese che va' sempre ripetuto)